Deception valley
Sabato 8 giugno 2019 è stata inaugurata la mostra Deception valley con le opere di Gabriele Zago.
La mostra, a cura di Claudia Ghiraldello, è proseguita fino al 14 luglio 2019.
Gabriele Zago, artista poliedrico, laureato al Politecnico di Torino in “Industrial Design”, sperimenta la sua creatività in un primo tempo come Toy Designer, esperienza che lo porta a collaborare con importanti realtà internazionali. Attualmente egli si dedica al Graphic Design ed alla comunicazione pubblicitaria per importanti brand. È Creative Director nel settore della comunicazione. Da sempre affascinato dalle arti visive, è un grande appassionato di fotografia e di viaggi; è proprio questa combinazione che lo ispira e gli permette di sperimentare nuovi linguaggi di comunicazione. Ha esposto i suoi lavori in Italia e all’estero. Vive e lavora a Torino dove nel 2017 ha vinto il premio “Interni Bonetti” a Paratissima.
Attirato da realtà molto lontane dalle nostre, concentra la sua attenzione in particolar modo su tematiche relative alle minoranze etniche. Tra queste quella dei Boscimani, i più antichi abitanti del deserto del Kalahari, tra Sudafrica, Namibia e Botswana. Nel deserto del Kalahari esiste la zona detta “Deception Valley” da cui prende il nome la mostra: “Valle dell’inganno”. Si può parlare di inganno perché proprio in questo territorio tale popolo è costretto dal Governo a condurre una vita stanziale perdendo così la propria tradizione nomade.
In questa collezione fotografica, inedita e creata in stampa digitale su alluminio di diversi formati, il rosso fuoco che, accentuato da Zago con l’utilizzo delle moderne tecnologie, invade le figure umane e gli spazi geografici rappresenta la sofferenza della devastazione psicologica e fisica messa in atto dal progresso.
È il rosso del grande tormento patito da queste persone e dalle terre da loro abitate.
Un’appendice, significativa, della mostra è costituita dalla collezione intitolata “Zéro carats”. Questa collezione intende occuparsi dei bambini cercatori d’oro nei fiumi e nel fango del Madagascar. Sono bambini cresciuti precocemente, bambini che hanno perso la spensieratezza della loro infanzia. Questo perché essi lavorano con alacrità alla ricerca spesso illusoria di una pagliuzza d’oro; in compagnia sovente delle loro madri, scandagliano il fondo, tuffandosi e rituffandosi fino allo sfinimento. L’acqua, vissuta con straordinaria energia, schizza sui loro corpi, sui loro volti, partecipando ad una sofferenza consapevole e colpevole.
Tale collezione realizzata nel 2018 ha già riscosso notevolissimo successo essendo stata selezionata alla mostra internazionale di Bad Hersfeld in Germania ed andata sold out all’inaugurazione tenutasi il 15 settembre dello stesso anno.
Claudia Ghiraldello